Graz

Immagini due

 

Il mio amore riposa
tra coltri dorate
e sogna.
Nella nebbia leggera del mattino
volano
gli ippogrifi tra le nubi.
Si incontrano
gli amori del passato
nei verdi prati elisi del ricordo.
Suonano
le cetre conviviali
nelle sale festose e brulicanti.
Sorride
lei che invita
tra fronde verdeggianti.
S’alza il vento
e lieve spinge
via le nubi e gli ippogrifi,
via le sale e i verdi prati,
via gli amori ormai passati.
Alto brilla già
il sole del domani.

 

I miei passi
risuonano
sul selciato inumidito.
Lievi brezze
rimuovono
le fronde dei ligustri.
Sono sola.
Beccola in tutta pace
un bel piccione
nel bel mezzo della strada.
Occhi gialli
lo guatano
dal buio di un androne.
Ecco il micio
tutto nero,
ventre a terra, muso lungo,
baffo fermo, coda ritta.
Striscia piano,
orecchie tese,
zampe lente, lente, lente:
manca poco a un bel boccone …
Sbatte un uscio non lontano
e balza il micio:
troppo tardi,
spicca il volo il bel piccione!

 

L’arco sottile della luna
riluce
nell’azzurro del mattino.
La chiamano
le stelle della notte,
la sospinge
il sole dell’aurora.
Restia lei
si culla
nel cielo sul mio capo.
Vince il sole
e lei scompare
nell’abbaglio di un giorno chiaro.
Non è tempo per sognare.

 

Vola leggero
su rotaie
il mio treno del mattino.
Scorrono
le ombre delle acacie,
velo grigio che copre
un mondo addormentato.
S’accendono
le luci nelle case
sparse tra campi solitari.
Occhieggiano
tra i dossi e le sterpaglie
pochi fari sonnolenti.
Chiama nel vento
la "sirena"
portata da lontano.
Ecco,
è il tempo del risveglio.